IL PERCORSO ARCHEOLOGICO

Il sito archeologico di Paleopolis si trova a nord della penisola di Kanoni, a circa 2 km dal centro di Corfù. Gli scavi condotti in quest’area hanno portato alla luce importanti resti appartenenti all’ antica città di Corcira, che testimoniano l’importanza della città nel periodo Arcaico, Ellenistico e Romano. Una visita al sito archeologico offre ai visitatori l’opportunità di vedere, tra i vari monumenti, l’agorà (il mercato) della città antica, i resti del porto militare di Alcinoo, i resti delle terme del periodo Romano, l’antica Basilica bizantina, fondata dal vescovo di Corfù Gioviano, il santuario di Artemide – Gorgone e una torre appartentente all’ antica cinta muraria. Seguendo il percorso della mappa
Γενική άποψη του χώρου των λουτρών από δυτικά.
, il tour ha inizio dalle terme romane di Paleopolis (A), per condurre alla zona dell’agorà (B) dove si sono conservati diversi livelli di costruzione e continua verso le strutture portuali (C). Proseguendo verso ovest, il visitatore si trova di fronte alle terme romane dell’ Olive Institute (D) e nella parte a sud-ovest si può anche visitare il santuario di Artemide (E), così come una torre della cinta muraria (F). Parte di un’altra torre è visibile anche nella zona di Anemomilos (Z).


A. LE TERME ROMANE DI PALEOPOLIS

INTRODUZIONE
A poca distanza dal mercato antico, a nord-ovest ai piedi della collina dell’Ascensione sono stati scoperti un complesso termale
Γενική άποψη του χώρου των λουτρών από δυτικά.
e alcuni resti abitativi. Essi attestano un lungo utilizzo di quest’area a partire dalla fine del VIII secolo a.C.(Età Arcaica), fino al VI sec. d.C.. I primi stabilimenti termali furono costruiti in questa zona tra la fine del I sec. e gli inizi del II sec. d.C., e rimasero in uso nel corso dei due secoli successivi. Importanti riparazioni e modifiche furono apportate nel IV sec. d.C., mentre nel V secolo alcune aree delle terme furono adibite a quartieri artigianali. Verso la metà del VI secolo gli impianti termali furono abbandonati a seguito di un incendio, probabilmente causato da un terremoto o dall’invasione dell’isola da parte dei Goti.

L’ARCHITETTURA E L’USO DELLO SPAZIO DELLE TERME
In epoca Romana la frequentazione delle terme era parte integrante della vita cittadina, in quanto costituiva un’abitudine quotidiana che univa la cura del corpo con attività ricreative e incontri sociali. Per il funzionamento delle terme erano necessarie grandi quantità di acqua.Inizialmente, l’acqua veniva fornita da pozzi o da serbatoi.Più tardi, con la costruzione degli acquedotti furono risolti i problemi di approvvigionamento idrico e migliorarono le condizioni igieniche.

Gli scavi hanno portato alla luce un edificioΑεροφωτογραφία του χώρου των λουτρών.Κάτοψη και αξονομετρικό σχέδιο του λουτρικού συγκροτήματος.
Αεροφωτογραφία του χώρου των λουτρών. – Κάτοψη και αξονομετρικό σχέδιο του λουτρικού συγκροτήματος.
costituito da dieci sale principali (I-X) e tre sale ausiliarie disposte in maniera assiale. Si tratta di un’ impianto termale pubblico di piccole dimensioni (dimensioni conservate per 95m x 56m) che è circondato a sud da un canale d’acquaΑεροφωτογραφία του αγωγού.
Αεροφωτογραφία του αγωγού – Άποψη του αγωγού από ανατολικά
, di cui alcune parti datate all’età arcaica. Le terme furono integrate nella costruzione del tessuto urbano della città antica, come dimostra la presenza di resti di abitazioni appartenenti ad epoche diverse (Arcaica, Ellenistica, Romana) nella parte meridionale, e un pozzo circondato da un pavimento lastricato che probabilmente forniva le terme di acqua. Altri due pozzi, scoperti nella pressi delle terme,avevano probabilmente la stessa funzione.


Attualmente, gli spazi meglio conservati sono costituiti dalle sale dedicate al bagno caldo, esposte a sud, per essere illuminate dal sole durante l’inverno, e le sale dedicate al bagno freddo situate a nord, insieme ad alcuni spazi ausiliari a ovest.

I bagnanti entravano dalla stanza I, lo spogliatoio (Apodyterium)
Γενική άποψη χώρου Ι.
. Qui lasciavano i loro vestiti e i loro effetti personali, solitamente custoditi o da schiavi o da un servo speciale conosciuto come imatiofylakas (capsarius) e si preparavano per il bagno. Lo spogliatoio era anche luogo di incontro e conversazione e pertanto, era dotato di panchine su cui i bagnanti potevano sedersi ed era anche ben arredato. Il pavimento di questa stanza era decorato con un mosaico
Λεπτομέρεια ψηφιδωτού δαπέδου χώρου Ι με την παράσταση του  Ωκεανού.
di tessere multicolori (piccole tessere di pietra di colore bianco, nero, rosso e rosa), e al centro era decorato con la figura di Vythos o Oceano, un personaggio mitico raffigurato con una barba incolta e capelli da cui escono chele di granchio, simbolo dell’acqua. La raffigurazione centrale era incorniciata da motivi geometrici.


A sud di questa stanza,si trova la stanza dedicata al bagno tiepido (tepidarium) (stanza V). Il bagno tiepido era la fase successiva alla balneazione, durante il quale il corpo attraverso una lenta sudorazione si preparava al bagno caldo. La stanza era abbellita da un pavimento a mosaico del quale oggi si conserva solo il motivo decorativo. Sotto il pavimento di questa stanza passa un condotto all’interno del quale è stato trovato un frammento di statua in marmo
Μαρμάρινος κορμός γυμνής Αφροδίτης, ρωμαϊκό αντίγραφο, 2ος αι. μ.Χ., χώρος V.
che rappresentava Afrodite di Cnido.


Un ingresso ad ovest del tepidarium (stanza V) conduceva alle sale del bagno caldo (caldaria)
Λεπτομέρεια από τα υπόκαυστα του χώρου VII.
(stanze VI-VII). Le pareti e i pavimenti di queste stanze erano riscaldate da ipocausti. Gli ipocausti erano spazi sotterranei ai pavimenti delle camere in cui defluiva l’aria calda prodotta dalla combustione di legna nei forni (praefurnia). Tali forni sono stati ritrovati a sud della stanza VI e a nord-ovest della stanza VII. I pavimenti delle camere VI e VII erano decorati con mosaici e venivano sostenuti da piccole colonne (pilae) composte da mattoncini cilindrici e quadrati. Nella parte occidentale della sala VII, sopravvive una piccola parte del pavimento a mosaico altamente frammentato e con gli antichi segni di ripristino. La successiva stanza adiacente (stanza VIII), ancora non completamente scavata, conserva un pavimento a mosaico irregolare del V secolo d.C. e, nel lato nord, una vasca singola in marmo.

Dopo il bagno caldo i bagnanti potevano continuare nella sala del bagno freddo (frigidarium) (stanza II) o tornare alla stanza del bagno tiepido (tepidarium) (stanza V). Nella sala del bagno freddo si conserva parte del pavimento a mosaico, dello stesso stile del pavimento a mosaico
Φωτογραμμετρική απεικόνιση του ψηφιδωτού δαπέδου του χώρου ΙΙ.
presente nello spogliatoio (apodyterium) (stanza I). Il tema centrale, parzialmente conservato, è costituito da tessere nere, bianche, verdi e marroni ed è incorniciato da un rinceau decorativo di tessere bianche, rosa e nere, seguito da motivi geometrici composti da tessere bianche e rosa.

Lo spazio successivo
Γενική άποψη του χώρου III από νότια.
(stanza III), che si trova ad un livello inferiore (circa 0,50 m.) rispetto a quello precedente, è costituito da una piccola piscina semicircolare per immergersi nell’acqua fredda, considerata rigenerante. La stanza IV aveva la funzione di serbatoio d’acqua.


Β. L’ANTICA AGORÀ, IL BOULEUTERION, IL PORTICO IONICO E LA BASILICA BIZANTINA DI PALEOPOLIS

A ovest delle terme si trova l’agorà
Γενική άποψη της αρχαίας αγοράς από νότια.
, un grande spazio aperto che costituiva il centro politico, religioso e commerciale della città. L’agorà si è sviluppata in una zona compresa tra i due antichi porti, quello di Hyllaikos (commerciale) e il porto di Alcinoo (militare). In questa zona, luogo di incontro per intense attività, sono stati eretti importanti edifici pubblici, come templi, gallerie, botteghe artigianali e residenze di lusso appartenenti ai consoli e ai cittadini più ricchi. L’agorà era il luogo dove gli abitanti di Corfù svolgevano l’assemblea la cosìdetta “Alia”, e luogo secondo lo storico Tucidide, in cui hanno avuto luogo alcuni degli eventi più significativi della guerra civile tra oligarchi e democratici, che interessarono l’isola alla fine del V secolo a.C.. Secondo alcune fonti il tempio di Poseidone e i santuari di Zeus, Dioscuri e Atena furono costruiti in questa zona, sebbene le testimonianze archeologiche suggeriscono che l’area rimase in uso dall’VIII sec. a.C. al VI sec. d.C.

Gli scavi condotti occasionalmente dal 1813 al 1996 hanno portato alla luce:

  • Le parti del pavimento lastricato delle agorà
    Λεπτομέρεια του πλακόστρωτου δαπέδου της αρχαίας αγοράς.
    del periodo ellenistico e romano.
  • Un edificio a pianta circolare
    Καμπυλόγραμμο οικοδόμημα ελληνιστικών ή ρωμαϊκών χρόνων που ταυτίζεται με
    con un diametro di 35 m che si trovava sotto la basilica bizantina precoce. Era probabilmente aperto e aveva un’orientamento NW-SE. Sono state rinvenute parti delle fondamenta in pietra, che misurano uno spessore superiore ad 1 metro e terminano in una colonna quadrata a nord-ovest, dove era posizionato l’ingresso. Le dimensioni dell’edificio suggeriscono che si tratta di un edificio pubblico. Costruito nel centro della città antica e probabilmente dotato al suo interno di panche in legno.
    In un primo momento l’edificio è stato identificato con un ekklesiasterion o bouleuterion secondo le iscrizioni ritrovate in situ. Più tardi è stato interpretato come un odeon e diversi frammenti architettonici in marmo, utilizzati come materiale da costruzione per la costruzione della basilica bizantina, sono stati identificati come parti di sua scena a due piani. La datazione dell’edificio rimane incerta, secondo alcuni studiosi l’edificio è datatao al periodo tardo ellenistico, mentre alcuni la attribuiscono al periodo romano.
  • Portico
    Ιωνική στοά ρωμαϊκών χρόνων.
    ionico di età romana. Ad ovest dell’agorà sono stati portati alla luce i resti di un portico con orinetamento nord est- sud ovest, lungo circa 20 metri e largo 7. Lo stilobate sulla sua facciata sosteneva un colonnato ionico, di cui si è conservata solo una colonna che giace nell’angolo destro ad angolo retto verso l’interno del portico. Le colonne poggiavano su dei basamenti in pietra di forma quadrata, di cui ne sono stati rinvenuti solo quattro. Queste basi erano collegate da un muro le cui superfici erano costruite in opera quadrata (“opus testaceum”), con un riempimento fatto di tegole, ceramica e pietre, tenuti insieme da malta. La facciata interna delle mura era ricoperta con intonaco bianco.
  • A nord-est dell’agorà, si erge una basilica bizantina, del V-VI sec. che rappresenta uno dei più importanti monumenti bizantini di Corfù. Fu fatta costruire dal Vescovo Gioviano e, secondo la tradizione fu dedicata a San Kerkyra, la figlia del re Kerkyllinos, che convertitosi al cristianesimo divenne martire. Per la costruzione della basilica è stato impiegato materiale proveniente da santuari, altari e gli edifici della città antica, come riporta l’iscrizione sull’architrave dell’ingresso del nartece (tribelon) che menziona:«†ΑΥΤΗΗΠVΛΗΤΟΥΚΥΡΙΟΥΔΙΚЄΟΙЄΙCЄΛЄΥCΟΝΤЄЄΝΑΥΤΗ †ΠΙCΤΙΝЄΧΩΝΒΑCΙΛΙΑΝΕΜΩΝΜΕΝΕΩΝCΥΝΕΡΙΘΟΝ CΟΙ ΜΑΚΑΡΥΨΙΜΕΔΟΝΤΟΝΔΙΕΡΟΝЄΚΤΙCANHON† ЄΛΛΗΝΩΝΤЄΜЄΝΗΚΑΙΒΩΜΟΥCЄΞΑΛΑΠΑΞΑC † ΧЄΙΡΟCΑΠΟΥΤΙΔΑΝΗCΙΟΒΙΑΝΟCЄΔΝΟΝΑΝΑΚΤΙ ».
    Inizialmente, la BasilicaΗ βασιλική ήταν ένα είδος δημόσιου κτιρίου που χρησιμοποιούνταν στην αρχαία Ρώμη ως χώρος δημοσίων συνεδριάσεων, εμπορικών συναλλαγών αλλά και ως δικαστήριο. Οι Ρωμαίοι παρέλαβαν αυτόν τον κτιριακό τύπο από τους Έλληνες. Παράδειγμα τέτοιου κτιρίου ήταν η «Βασίλειος Στοά» των Αθηνών. Από τον 4ο αιώνα η βασιλική προσαρμόστηκε στις ανάγκες λατρείας των χριστιανών και αποτέλεσε για πολλούς αιώνες τον κυριότερο αρχιτεκτονικό τύπο εκκλησιαστικού κτιρίου. Πρόκειται για τις περίφημες παλαιοχριστιανικές βασιλικές, οι οποίες ήταν τεράστια επιμήκη οικοδομήματα, διαιρούμενα εσωτερικά με κιονοστοιχίες σε κλίτη, καταλήγοντας στην ανατολική μικρή πλευρά σε αψίδα (κόγχη). Στη δυτική πλευρά υπήρχε συνήθως το αίθριο και ο νάρθηκας που ήταν χώρος για τους κατηχούμενους χριστιανούς και επικοινωνούσε με τον κυρίως ναό με τριμερές άνοιγμα, το τρίβηλο. Τα οικοδομήματα αυτά κυριάρχησαν τον 4ο και 5ο μ.Χ. αιώνα. era a cinque navate, con una copertura lignea e aveva una ricca decorazione scultorea e a mosaico, ma ha subito ripetutamente gravi danni. Più tardi, fu ricostruita e ridotta a tre navate. Al posto della navata nord distrutta, fu costruita una piccola cappella a volta. Il monumento è stato distrutto di nuovo nel XI sec.
    Durante le invasioni dei Saraceni e Normanni, tra il XII e il XVI sec. la chiesa fu ridotta ad una sola navata centrale. Durante il XV secolo è stata sede di un grande complesso monastico, dedicato alla Vergine Anafonitria. La basilica era frequentata da studiosi e personalità ecclesiastiche che qui viveano e, inoltre, alcune delle famiglie più importanti dell’isola erano legati a quella chiesa, dal momento che molte delle loro tombe si trovano al suo interno, secondo una pratica in uso in quel periodo. Intorno al 1603-1605 il veneziano Provenditor Augustin Canale riparò la chiesa e le sue navate. Secondo un iscrizione conservatasi, nel 1680 l’abate Arsenio Kaloudes, continuò i lavori all’interno del tempio. Pavimenti a mosaico decorato con motivi geometrici, uccelli, pesci e frutti, opere di Elpidios, sono stati rinvenuti all’interno della navata meridionale, il nartece e la struttura annesso nord-occidentale. Parte della decorazione scultorea e del mosaico è esposta nelgli spazi espositivi della Fortezza Vecchia di Corfù.
  • Durante gli scavi condotti in una vasta a area dell’agorà sono stati rinvenuti oltre che resti di pavimenti a mosaico, anche resti di un piccolo forno per ceramica, parte di una vasca circolare con una panchina al suo interno e di un canale, nonché i resti di altri edifici che probabilmente appartengono a santuari o eroi.

C. STRUTTURE PORTUALI – IL PORTO DI ALCINO

A nord dell’antica agorà sono stati individuati i resti del porto di Alcinoo
Γενική άποψη ανασκαφής Ιερού Αρτέμιδος (1912-1914) – Γενική άποψη του χώρου του ιερού της Αρτέμιδος-Γοργούς
. L’antica città di Corfù aveva due porti naturali, il porto di Alcinoo a nord e il porto Hyllaikos a ovest. Il primo fu costruito a sud del Golfo di Garitsa ed è stato originariamente utilizzato come base della flotta militare e successivamente come sbarco commerciale. L’area portuale è perimetrata da una serie di strutture destinate alle attività mercantili e alla custodia delle navi dell’importante flotta di Corfù. Il porto è stato distrutto dall’esercito di Agrippa nel I sec. a.C..
Durante gli scavi iniziati nel 1982 e coninuati fino al 1996 sono stati rinvenuti:

  • Le parti del pavimento lastricato dell’Agorà
  • Un possente muro appartenente alle strutture portuali che misura circa 40 metri di lunghezza, con orientamento NE-SO. Presenta diverse fasi costruttive, ed è datato ad un periodo compreso tra il VI e il I sec. a.C.
  • Parte di una darsena
    Τμήμα νεωρίου (νεώσοικοι) που χρονολογείται στον 5ο αιώνα π.Χ.
    conservatosi per una lunghezza di 17,50 m. Al suo interno tre file di basi di pietra, su cui poggiavano i pilastri che sostenevano la copertura, dividevano l’edificio in due spazi oblunghi dove venivano ricoverate e riparate le navi Kerkyraiane. Lo spazio è stato utilizzato come darsena a partire dal V sec. a.C. fino all’età romana, quando la città e il porto vennero distrutti dall’esercito di Agrippa.

D. LE TERME DELL’ISTITUTO DI OLIVO

A ovest dell’agorà è stato rinvenuto un complesso termale di tipo pubblico di epoca romana. Dall’edificio originaRIO si sono conservati alcune camere con ipocausti (caldaria), destinate al bagno caldo, pavimenti a mosaico, un serbatoio d’acqua per il bagno freddo (frigidarium), un corridoio e parti di un muro di cinta. Fu utilizzato dalla fine del I sec. d.C. – inizi del II sec. d.C. fino al termine del V – inizio del VI secolo.

E. IL SANTUARIO DI ARTEMIDE

Nella parte settentrionale della penisola di Kanoni si trova il tempio di Artemide-Gorgone
Γενική άποψη ανασκαφής Ιερού Αρτέμιδος (1912-1914) – Γενική άποψη του χώρου του ιερού της Αρτέμιδος-Γοργούς
. Oggi rimangono conservati, resti del tempio (resti delle fondamenta del colonnato e l’angolo nord-ovest), l’altare, resti di una strada pavimentata (35m di lung. e 5m di larg.) che collegava l’altare all’ingresso del tempio. Inoltre, nella parte settentrionale del sito si sono conservati tre pezzi di una cinta muraria di contenimento che costituiva il muro di cinta del santuario. Di fronte al muro di sostegno (30 m di lunghezza), a nord del tempio, sono state individuate una base su cui erano probabilmente collocate le colonne di un portico.

Il tempio è datato all’età arcaica (590-580 a.C.) ed è attribuito al culto di Artemide secondo le iscrizioni riportate su una stele votiva ritrovata nella zona più ampia del santuario. Esso è uno degli esempi più antichi e più interessanti di santuari costruiti in pietra ed è un esempio significativo di architettura dorica. Morfologicamente, appartiene al tipo pseudodiptero tempio a doppia anta con un anticamera, una cella tripartita e opistodomo. Il tempio era dotato di un colonnato, composto da 17 colonne sui lati lunghi e 8 sui lati corti. Aveva un’orientamento est-ovest e dimensioni 47,89m. x 22,40m.

Il tetto originario del tempio era in argilla, mentre intorno al 535/525 a.C. è stato sostituito da uno in marmo. Ai lati lunghi le tegole non terminavano con un cornicione in marmo ma con antefisse a palmette. Alcuni dei più significativi elementi architettonici rinvenuti in situ sono un capitello integro, parti del cornicione del tempio, così come la decorazione scultorea quasi intatta del frontone del lato occidentale.

Il frontone occidentale
Το δυτικό αέτωμα του ναού της Αρτέμιδος-Γοργούς
costituisce il primo esempio di un frontone megalitico con decorazione scultorea nell’arte greca (dimensioni: 17,02m di lunghezza e 3,18m di altezza.). É diviso in tre temi decorativi derivanti da cicli mitolologici. La figura centrale è il gigantesco e demoniaco Medusa Gorgone che è affiancato dai suoi due figli, Pegaso il cavallo alato a sinistra e Crisaoro a destra (spada d’oro). Due pantere stanno calme e sottomesse su ogni lato. Le scene agli angoli del frontone sono ispirate ai cicli del Titanomachia e alla guerra di Troia.

L’altare, che è ben conservato, costituisce un elemento architettonico importante del santuario in quanto venivano eseguiti i sacrifici offerti alle divinità. É di forma rettangolare (dimensioni: 22,41m x 2,725m), monumentale e ha un orientamento N-S. Un piedistallo (0,26m di altezza) formato da lastre di pietra si trova su una base etermina con un fregio (0,69m di altezza) con triglifi e metope acrome. Durante gli scavi pietre, terra, cenere e piastrelle in ceramica sono stati trovati all’interno dell’altare. Il coronamento dell’altare non è stato ritrovato. Nell’antichità doveva essere rivestito da lastre in pietra su cui veniva acceso il fuoco per effettuare i sacrifici. I ritrovamenti del tempio di Artemide sono esposti nel Museo Archeologico di Corfù.

VI. LA TORRE DI NERANZICA

A ovest del tempio di Artemide, su una piccola collina, si conserva parte di una torre appartente al circuito murario settemtrionale. È datata al periodo classico (V secolo a.C.) e sembra doveva essere protetta da un cancello che esisteva in quel punto e probabilmente appartenente al ” Porto di Hyllaikos “. Il percorso delle antiche mura probabilmente continuava a nord-est, seguendo l’andamento delle colline che finiscono all’incrocio delle strade Dörpfeld, Alcino e San Teodoro.
Durante il periodo bizantino (XI – XII sec.), la torre è stata trasformata in una piccola basilica ad una navata. Oggi, si può vedere la parete nord della chiesa bizantina, su cui si conservano tracce di pitture murarie, appoggiata al muro della torre che è costruito in pietra a bugnato.
Nel periodo post-bizantino (dopo il 1453) la chiesa subì riparazioni. Nel 1753-1754, secondo le fonti scritte, è stata distrutta e nel 1900 è crollata, prendendo così la sua forma attuale. Il tempio era dedicato alla Vergine Odigitria, mentre il nome di “Nerantziha” fu probabilmente dato alla chiesa in un period successive.

Z. LA TORRE DI SANT’ATANASIO

A nord-est della penisola di Kanoni, presso l’attuale area di Anemomilos (mulino a vento) si è conservata parte di una torre che proteggeva il porto di Alcinoo. La torre, che fu costruita tra il V e la prima metà del IV secolo a.C., era fortificata, di forma rettangolare e aveva un orientamento nord – sud.I muri sono costruiti in calcare duro locale lavorato a bugnato. Secondo le testimonianze archeologiche, fu distrutta durante gli ultimi decenni del I sec. a.C. Nei primi anni del XVIII sec. fu costruita su di essauna piccola chiesetta ad una navata dedicata a San Atanasio.